Nichelatura
La nichelatura elettrolitica è quella oggi principalmente usata. Si pongono gli oggetti da nichelare (ben puliti con spazzolatura meccanica o con lavaggi di soluzioni alcaline per sgrassarli) come catodo in un bagno elettrolitico, nello stesso bagno sono immersi (rispettando alcuni principi geometrici) alcune barre del metallo da depositare, collegate all’anodo. Quando si alimenta la corrente gli ioni positivi del metallo da depositare migrano verso il polo negativo, dove si scaricano depositandosi sotto forma di uno strato metallico continuo. Al polo positivo si ha invece la dissoluzione del metallo con la formazione di ioni in soluzione, che vanno a reintegrare gli ioni scaricati al catodo. La reazione complessiva è una ossidoriduzione, come risultato della ossidazione anodica del metallo che si scioglie perdendo elettroni e della riduzione catodica dello ione che si deposita come metallo acquisendo elettroni. La resistenza alla corrosione è legata oltre che allo spessore dello strato, alla sua porosità, fragilità, aderenza, ecc. La pulitura meccanica di un deposito elettrolitico esercita per lo più un effetto benefico sulla resistenza alla corrosione, come pure opportuni accoppiamenti rame-nichel-cromo aumentando considerevolmente il valore protettivo del rivestimento riducendone di molto il numero di pori. È risaputo che ogni deposito galvanico è più o meno poroso. Per il nichel si è cercato di ovviare all’inconveniente con i più svariati metodi. Il più semplice è quello di realizzare spessori rilevanti (superiori almeno ai 50 m) sotto opportune condizioni elettrochimiche. Questo metodo implica, ovviamente, un certo notevole consumo di nichel.
La porosità viene combattuta anche con altri sistemi basati sulla variazione della densità di corrente, sulla sovrapposizione della corrente alternata a quella continua, sulla elettrodeposizione di due o tre strati di nichel, sulla elettrodeposizione inglobante particelle inerti (allumina, biossido di titanio, silice, ecc.) e sull’ausilio degli ultrasuoni.
In generale, per ottenere economicamente i rivestimenti più compatti sul materiale ferroso onde proteggerlo nel modo migliore dalla corrosione, è consigliabile l’adozione del doppio strato rame-nichel, in cui però lo spessore del film di rame deve essere almeno il 50% di quello di nichel.